La venditrice di manghi

La venditrice di manghi

I Raccontastorie – Fascicolo 16

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      02 - La venditrice di manghi
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C’era una volta in India un principe, molto, molto solo. Aveva viaggiato per tutto il Paese in cerca di una moglie, dalle più lontane frontiere del Nord fino all’estrema punta del Sud. Ma, sebbene avesse incontrato molte donne ricche e belle che sarebbero state felici di sposarlo, era sempre ritornato solo al suo palazzo. I cortigiani non si capacitavano. «Ma, Vostra Maestà» gli dicevano, «siete, stato presentato alle più belle e alle più ricche donne di tutta l’India. Perché non vi siete ancora sposato?» «Il perché è molto semplice» rispondeva tristemente il principe. «Non ho ancora trovato una donna che io possa amare.» Ogni mattino il principe sedeva accanto a una finestra che dava sulla piazza del mercato. Talvolta una troupe di acrobati o qualche giocoliere riusciva a strappargli un sorriso, ma il più delle volte se ne stava seduto là, chiuso nel suo silenzio, ascoltando i venditori e i clienti mercanteggiare. Poi, un giorno, udì una voce chiara e dolce alzarsi sopra tutte le altre. «Manghi, manghi freschi! Chi vuole manghi? Sono dolci e maturi.» Scattando in piedi, il principe si affacciò alla finestra e vide una ragazza con un cesto di manghi sulla testa. Era poverissima, vestita di stracci, ma un sorriso illuminò il volto del principe mentre la guardava camminare con grazia nella ressa.

Ordinò a un cortigiano di rincorrere la venditrice di manghi e di portarla a palazzo. «Come ti chiami?» chiese con trepidazione. La ragazza era molto in soggezione davanti al principe e teneva gli occhi bassi. «Rashida» sussurrò. «Ti prego, fammi vedere ancora i tuoi occhi, Rashida. Mi hanno fatto innamorare di te appena li ho guardati, mi hanno detto che la tua bellezza non ti ha resa superba e che tu sei la donna che stavo cercando. «Rashida, se non acconsenti a sposarmi sarò infelice per il resto dei miei giorni.» «Ma certo, che acconsento!» rispose timida Rashida
e il principe dette immediatamente gli ordini per la preparazione di una magnifica cerimonia di nozze. «Vostra Maestà non avrà veramente l’intenzione di sposare una venditrice di manghi!» esclamarono i cortigiani. Ma il principe non li ascoltò nemmeno e dopo pochi giorni era un uomo sposato. Da principio la coppia fu molto felice, ma con il trascorrere dei mesi Rashida cominciò a cambiare. Quando il principe le diceva quanto bella fosse e quanto teneramente lui la amasse, lei scuoteva impaziente le spalle: «Lo so, lo so» rispondeva brusca, «me lo ripeti da quando siamo sposati!» E non sorrideva più. I mesi divennero anni e Rashida si trasformò tanto che il principe stentava a riconoscerla.


Era sempre bella, ma era diventata superba e altezzosa. Si aspettava da tutti la più servile adulazione ed esigeva di essere obbedita all’istante. Era fredda e scostante con tutti, perfino con suo marito. Il principe, desiderando disperatamente di vederla sorridere di nuovo, dette un grande banchetto per festeggiare il loro terzo anniversario di matrimonio. Alla fine del pasto egli prese un mango da un vassoio di frutta e lo offrì alla moglie. Rashida lo fissò incredula. «Non penserai davvero che io mangi questa roba?!» esclamò.
Gli occhi del principe divennero pieni di rabbia. «Evidentemente non ricordi più quanto eri felice di vendere manghi sulla piazza del mercato. Forse sarebbe ora che tu tornassi a venderli e ti dimenticassi questi tuoi atteggiamenti superbi.» «Se questo significa che il tuo amore è finito, non rimarrò nel tuo palazzo un minuto di più» rispose con orgoglio Rashida. «Sta’ certo che non mi rivedrai.» E, senza aggiungere altro, uscì subito dalla stanza. Nelle settimane che seguirono il principe cercò con tutti i mezzi di non pensare a Rashida. Ma non c’era verso: non riusciva a dimenticare il momento in cui si era innamorato di lei.

Poi, un giorno, mentre cavalcava nella piazza del mercato di una lontana città, udì una voce chiara gridare: «Manghi, manghi freschi! Chi vuole manghi? Sono dolci e maturi!» Riconobbe immediatamente la dolce voce di Rashida e infatti la scorse tra la folla, con un cesto di frutta sulla testa. Aveva un aspetto misero e affamato, ma era bella come sempre. Saltò giù dal cavallo e le corse incontro. «Oh, Rashida» esclamò. «Come rimpiango il giorno in cui ti ho
scacciata! Vuoi tornare a palazzo con me?» Rashida abbassò gli occhi, pieni di vergogna. «Potrai mai perdonare la mia superbia?» gli chiese. «Ti ho già perdonata» le rispose dolcemente il principe. «E allora tornerò con gioia da te!» E, sorridendo, Rashida prese la mano del principe e la baciò. Da quel giorno non perse mai più il suo sorriso e lei e il principe vissero insieme felici per il resto dei loro giorni.