I Raccontastorie – Fascicolo 18
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Un mattino soleggiato di giugno, una giovane donna chiamata Dete saliva lungo un tortuoso sentiero di montagna, appena fuori dalla cittadina di Mayenfeld, in Svizzera. Il sentiero era ripido, ma l’aria era fragrante del profumo dei fiori selvatici che crescevano in quei pascoli d’alta montagna. La donna reggeva con una mano un fagotto di vestiti e con l’altra stringeva la manina di una bimba sui cinque anni. La piccina era tutta accaldata. Aveva addosso troppa roba, per una giornata così calda: due vestiti, calze di lana, un paio di scarponi pesanti e una grossa sciarpa rossa. Continuarono ad arrampicarsi finché, a mezza montagna, giunsero al minuscolo paese di Dórfli. La giovane donna si fermò e la bambina, liberando la mano, si sedette per terra. «Sei stanca, Heidi?» chiese Dete. «No, ma ho caldo.» «Beh, non siamo molto lontani da dove abita il Nonno, e se cammini i lunghi ci arriveremo presto.»
In quel momento, una ragazza uscì correndo da casa sua. «Dete!» esclamò. «Che ci fai qui con questa bambina?… Ah, è lei la nipotina che sta con te da quando le è morta la mamma?» «Sì, e la porto dal Vecchio dell’Alpe. Non posso più occuparmi di lei, ora che ho trovato lavoro in città,» «Cosa? E la lasci con lui?» Ma sei matta? Come puoi fare una cosa simile?! È un vecchio così selvatico. Che vuoi che ne sappia di come si cura una bambina? Vive tutto solo sulle montagne con le sue due capre e non parla e non vede quasi mai nessuno. Le poche volte che lui scende in paese, porta con sé un grosso bastone per spaventare la gente. Ma lo sai che non va nemmeno più in chiesa?» «E che altro posso fare? È suo
nonno, dopotutto e dovrà occuparsi di lei. Io il mio dovere l’ho fatto!» Mentre chiacchieravano, le due donne si erano incamminate lungo il sentiero, ma Heidi si diresse saltellando verso un meraviglioso prato verde. Non era mai stata così felice. In città, dove aveva vissuto fino ad allora con la zia, non le era permesso di giocare all’aperto, ora invece correva e saltava e giocava tra i fiori, in pieno sole. Proprio quando stava per tornare dalla zia, vide un ragazzo dai pantaloni stracciati, senza scarpe, che guidava k. un gregge di capre. Sbuffando nei suoi, abiti pesanti, Heidi gli corse incontro.
Il ragazzo si era fermato per asciare che le capre brucassero l’erba. Heidi li raggiunse e si sedette ad ascoltare il tintinnìo dei campanellini di rame, nella brezza tiepida. Subito cominciò a togliersi gli scarponi, la sciarpa, le calze e i vestiti. «A quante capre devi badare?» chiese al ragazzo. «Come si chiamano? Dove le porti? Di chi sono?» Il ragazzo sorrise. Nella mente di Heidi si affollavano
così tante domande, che non lasciava al ragazzo neppure il tempo di rispondere. Poi sentirono la zia che gridava. «Heidi! Cosa stai facendo? Dove sono i tuoi vestiti?» «Laggiù», rispose la bambina indicando un ordinato mucchietto di abiti sull’erba. «Me li sono tolti perché avevo tanto caldo. Anche le capre sono senza vestiti!». «Vieni subito qui, sciocca», tagliò corto Dete afferrando Heidi per la mano. «E tu, Peter, porta qui quei vestiti. Anzi, visto che ci vai anche tu, aiutaci a portarli a casa del Vecchio». Ci fu parecchio da arrampicarsi, prima di raggiungere l’Alpe dove y il Nonno aveva la sua baita. Lo trovarono seduto davanti a casa a fumare la pipa.
Correndo avanti a tutti, Heidi lo raggiunse per prima. «Ciao, Nonno» disse porgendogli la mano. «Ehi, che sta succedendo qua!» esclamò il Vecchio. Dette una brusca stretta di mano a Heidi e rimase a fissarla da sotto le sue folte sopracciglia irsute. Heidi, che non aveva mai visto nessuno come il Vecchio dell’Alpe, fissò di rimando quel volto bruciato dal sole, ricoperto da una folta peluria bianca. «Ciao, zio», disse Dete. «Ti ho portato la piccola Heidi. Io non posso più occuparmi di lei. Ora tocca a te.» Gli occhi del vecchio ebbero un lampo di stizza. «Tocca a me? Tocca a me? Ma che cosa ne so io di come si cura una bambina! E tu, Peter, che hai da guardare? Lascia giù i vestiti e portati via le capre.» Dete era davvero intimorita dal vecchio, ma era anche determinata a lasciargli Heidi. «Io spero che ti occuperai di lei come si deve», disse. «E se non potrai farlo, dovrai trovare qualcun altro che lo faccia per te.»
Il vecchio era furioso. «Va’ via! Va’, vattene! Non ho tempo da perdere con gente come te.» Dete non se lo fece dire due volte. Salutò con un frettoloso «Arrivederci» Heidi e si avviò di corsa giù per la montagna. Quando Dete scomparve alla vista,
il Nonno si sedette di nuovo a fumare la pipa, tirando delle lunghe boccate. «Bene» disse infine. «E adesso cosa vuoi fare?» «Vorrei vedere la casa, per piacere, Nonno!» «Allora vieni e prendi i vestiti.» «Ma non mi servono più. Le capre
corrono per la montagna tutto il giorno e loro non hanno bisogno di vestiti!» «Beh, se non vuoi, non sei obbligata a indossarli; vuol dire che li metteremo oso. nell’armadio.» Heidi fece come le era stato detto e seguì il vecchio dentro la casa. La “casa” era costituita da un’unica grande stanza, con una seggiola, un tavolo, un camino e un grande armadio di legno. «Dove dormirò, Nonno?» «Sistemati pure dove vuoi, non ha importanza.» Heidi, contentissima, si mise in cerca di un posto dove dormire. In un angolo c’era una scala appoggiata al muro. Si arrampicò e trovò un solaio pieno di fieno profumato. Nel muro ‘era un’apertura rotonda, dalla quale i vedeva tutta la vallata. Si vedeva fiume, si vedevano gli alberi e, lontananza, si scorgeva un’alta montagna incappucciata di neve. «Dormirò qui, Nonno» esclamò, «è una bellezza,» «D’accordo, ma ti ci vorrà un lenzuolo. Ora vedo cosa posso trovare.»
Quando il Nonno si arrampicò sulla scala, vide che Heidi aveva fatto un piccolo materasso col fieno. «Brava», le disse vedendo il lettino improvvisato, «però ti ci vorrà un po’ più di fieno, per stare comoda.» «Mi pare che tu abbia dimenticato qualcosa», gli disse Heidi quando il vecchio terminò di aggiustarle il letto. «Davvero? Che cosa?» «Beh… una coperta! Quando si va a letto ci vuole qualcosa per coprirsi, no?» «Sì, eh?» disse il vecchio gentilmente. «Questo potrebbe andare?» e posò sul lettino un panno di lino spesso e ruvido. «Oh, è magnifico, Nonno. Vorrei che fosse già sera per andare a letto.» «Prima dovrai mangiare qualcosa. Devi avere fame.» Il Nonno seguì Heidi giù per la scala, e mentre lui preparava la cena, la bimba mise sul tavolo due piatti e due scodelle di legno. «Mi fa piacere vedere che aiuti un po’» borbottò il Nonno. «Ma dove ti siederai? Questo sgabello è troppo basso
e non riuscirai ad arrivare al tavolo.» Così dicendo, il vecchio spinse la sua unica seggiola davanti a Heidi, perché le servisse da tavolo. Poi le versò una scodella di latte e le diede una fetta di pane con del delizioso formaggio abbrustolito. Dopo cena, il Nonno costruì una seggiola apposta per Heidi. Quando scese la sera e il vento si fece più forte fra gli abeti, Heidi udì
un fischio acuto e subito dopo il suono di campanacci. Era Peter che tornava dal pascolo con le capre del Nonno. «Sono nostre quelle due caprette, Nonno? Proprio nostre? Come si 3 chiamano? Staranno sempre con noi?» «Una domanda per volta, Heidi», rispose il vecchio. «Quella bianca si chiama Cigno e quella marrone A ‘ Orsetta. Adesso vai a prendere la tua scodella, mentre Peter munge le capre.»
Il sole tramontava dietro le alte montagne e il vento fischiava tra gli alberi. Heidi si sedette sulla panca davanti alla baita e bevve il suo latte. «Buonanotte Cigno, buonanotte Orsetta», disse rientrando in casa. E poi: «Buonanotte Nonno, buonanotte Peter.» Durante la notte, il vento si fece ancora più impetuoso. Soffiava così forte che le vecchie travi della piccola capanna scricchiolavano e gemevano. Nell’ovile, Cigno e Orsetta si rannicchiarono l’una contro l’altra belando, e due grossi rami d’abete caddero con fragore sulla capanna. Il Nonno si alzò temendo che la bimba si fosse spaventata, ma quando giunse al fienile la trovò profondamente addormentata, col visino sorridente appoggiato sulle mani. Rimase lì a guardarla alla luce della luna, finché una nuvola non oscurò la stanza. «Buonanotte, piccola Heidi», bisbigliò chinandosi a baciarla. «Buonanotte.»
(Le avventure di Heidi sulle montagne continuano nel fascicolo 19)