One Piece: Bene vs Male
La tematica della relatività del bene e del male è una delle tematiche più ricorrenti sviluppate nel manga di One Piece.
In oriente la contrapposizione tra bene e male e il loro confronto, che rimane sempre ambiguo e sempre molto miscelato e mai del tutto eterogeneo, come viene percepito storicamente nella cultura e società occidentale, è sempre molto bene sviluppata all’interno di manga ed anime giapponesi.
Infatti la cultura orientale è condizionata molto dalla filosofia delle religioni Buddista e Taoista e lo stesso confucianesimo, dove la contrapposizione degli opposti, è percepita come un interrelazione positiva e necessaria, dove ogni opposto ha la sua funzione ed importanza. Dove il male ha la stessa importanza del bene, ed addirittura come lo ying e lo yang, ognuno di loro, al loro interno contiene il proprio opposto, con i propri confini non ben delimitati, ma che in maniera omogenea si mischiano e ne rendano difficile una loro scissione e separazione completa.
Un cartone animato che per le figure presenti al suo interno, già perfettamente rappresentava questa contrapposizione tra bene e male, poteva essere Lupin, dove la figura del ladro, normalmente visto come figura negativa e quella del poliziotto (l’investigatore Zenigata) come positiva, veniva in parte ribaltata o comunque fatta traballare, dalla figura del ladro gentiluomo, che combinava azioni alle volte condannabili ad altre sicuramente da elogiare. Lo stesso discorso lo si può estendere a Zenigata che nonostante viva per catturare il rivale, in lui nutre rispetto e segue comunque una linea di principi che non può superare.
Questa linea labile tra i due opposti, e una non polarizzazione tra bene e male è la chiave che contraddistingue One Piece.
A differenza di Lupin III, in One Piece la figura del ladro è sostituita da quella del pirata, mentre quella del detective dal marine. Ma come si può ben vedere fin dall’inizio non tutti i marine sono buoni nè tutti i pirati sono cattivi, tutt’altro. Già inizialmente la ciurma protagonista che via via va formandosi, come un armata Brancaleone, si contrappone spesso a marine deviati o corrotti. Le parti si intercambiano spesso, e sia da una parte che dall’altra possiamo trovare figure positive e negative.
La cosa che salta sicuramente all’occhio è che ogni personaggio è contraddistinto da una sua moralità, che può risultare più o meno vicino agli occhi del lettore, in base a chi sta leggendo o guardando l’opera. Questo mette in luce una soggettività dell’etica, che è un’analogia perfetta della realtà.
Oltre a questo con un analisi più attenta, anche i personaggi che inizialmente vengono definiti come negativi, spesso (quasi sempre) vengono rivalutati o in ogni caso la motivazione delle loro azioni viene spiegata tramite flashback, che fanno intuire come anche loro non siano personaggi del tutto negativi e che ad ogni azione corrisponde una reazione.
Questo porta a capire come anche nella realtà a livello psicologico, la nostra formazione è influita dall’ ambiente in cui viviamo ed in base all’esperienze che affrontiamo durante la nostra vita.
Marius Jacob