I Raccontastorie – Fascicolo 10
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Quando una sera Cedrino tornò a casa, stizzoso e irritato come sempre, trovò sua moglie seduta su una seggiola in cucina con una curiosa espressione sul viso. «Che ti succede?» brontolò. «Entra e chiudi la porta, Cedrino. Tu non ci crederai, ma abbiamo ricevuto una lettera dalle fate. Hanno promesso di esaudire tre nostri desideri!» Egli le strappò la lettera di mano e la lesse lentamente. «Dobbiamo studiare bene la faccenda, Magda, senza fretta. Tre desideri possono renderci ricchi, importanti, famosi! Ma dobbiamo saper chiedere le cose giuste.» «Io ho già fatto una lista», saltò su Magda. «Guarda. Un palazzo per me,
una corona da re per te. Bellezza per me, vita lunga per te. Una regina per cameriera, oro e gioielli… Uh, ho avuto tanto da fare a compilare quest’elenco che mi sono dimenticata di preparare la cena!» «Cosa?» sbottò Cedrino. «Niente cena? Come posso prendere delle decisioni a stomaco vuoto? Sei una gran pigra, ecco cosa sei. Aah, almeno ci fosse qualcosa di pronto da mangiare, fossero anche salsicce.»
Si sentì un leve ronzio, Come di ali di fata, e — plop — sul tavolo di cucina i apparve un piatto con sopra una fila di salsicce arrotolate. Cedrino le guardò con l’acquolina in bocca, tanto erano calde e fumanti. «Hai sciupato un desiderio!» strillò Magda sbattendogli in testa una pagnotta. «Sei sempre il solito cretino! Se voglio una cosa ben fatta la devo fare da me! Cedrino Pasticci, mi hai fatto proprio arrabbiare! Io… io… vorrei proprio che queste salsicce pendessero dal tuo stupido naso!» Si udì di nuovo un piccolo suono magico come di fate che cantavano, e poi — voom — le salsicce schizzarono dal piatto e si attaccarono al naso di Cedrino. Egli si guardò allo specchio e scoppiò a piangere. Marito e moglie tirarono e si affannarono, ma le salsicce rimasero lì penzoloni. «Ahi, sono bollenti!» strillò Cedrino. «Ora siediti!» sbuffò Magda. «Le taglierò.» «Metti giù quel coltello, donna! Non ti azzardare, sai!…» Ma proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta.
«Non rispondere! Vuoi che tutti i vicini vengano a sapere che hai delle salsicce al posto del naso?» «Che?» gridò Cedrino. «Dovrò restare nascosto per il resto della mia vita? Oh, non mi sono mai reso conto di quanto fossi felice prima, quando avevo un naso come tutti gli altri. Se solo fossimo stati meno litigiosi!» «Sì, lo so e mi dispiace tanto, Cedrino.» «No, non è colpa tua, cara. Vorrei solo che le fate si fossero tenute per sé i tre desideri e avessero lasciato le cose come prima.» «Anch’io», fece eco Magda sospirando. Si udì un piccolo suono argentino come di fate che ridevano, e — blop — le salsicce si staccarono dal naso di Cedrino. Cedrino e Magda si abbracciarono e risero e ballarono per tutta la cucina, mentre le fate, dietro la porta, corsero a impostare un’altra lettera.