La ragazza guerriera

La ragazza guerriera

I Raccontastorie – Fascicolo 13

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      03 - La ragazza guerriera
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Era un periodo triste, quello, per la tribù. Gorgu, la grande madre, era sfinita e di notte sospirava senza poter dormire. Il vecchio Capo, suo marito, era morto e le aveva lasciato un mucchio di guai. Avevano avuto tredici figli e dopo la morte di lui, ognuno di loro voleva diventare il capo. Gorgu sospirò di nuovo al pensiero dei suoi litigiosi figli. Tutti gli auspici —

gli ossi gettati dallo stregone, la posizione della luna e delle stelle la notte in cui morì il re, il ruggito del leone e il canto degli uccelli — tutti questi segni indicavano che Jabula, il più giovane dei figli, doveva diventare il nuovo Capo. Ma i suoi fratelli, invidiosi di questo giovane bello e saggio, rifiutavano di credere ai segni o di ascoltare gli anziani. Esasperati

dalla rabbia, avevano rapito Jabula ed erano fuggiti con lui sulle colline. Gorgu sospirò nuovamente. I suoi dodici figli si rifiutavano di tornare al villaggio e si erano rifugiati in una grotta con l’intenzione di lasciar morire di fame Jabula. Nessun uomo osava sfidarli perché essi erano i principi della tribù e dei temibili guerrieri. Mentre giaceva sveglia tormentata dalle sue pene, Gorgu udì un leggero rumore di passi nella sua capanna. «Chi è?» chiese. «Ssst, grande madre, non temere. Sono io, Tombi.» Tombi era una bellissima e slanciata ragazza che amava teneramente Jabula. «Ascoltami, Gorgu» disse. «Io voglio che Jabula torni a casa. Sono stanca della tristezza che regna in questa tribù. Sono stanca della siccità. Hai notato Gorgu, che da quando il vecchio Capo è morto, la pioggia ha smesso di cadere? Ho udito gli uccelli

dire alle nuvole di tenersi lontane finché Jabula non sia diventato il nostro Capo.» «Dunque, figlia mia, tu sei stanca di tutto questo. Anch’io, sai. Ma cosa pensi che possiamo fare?» «Ho un piano, Gorgu. Non posso ancora rivelarlo, ma ho bisogno della tua benedizione.» La vecchia donna sorrise. «Conserva pure il tuo segreto ed eccoti la mia benedizione, figliola. Ora vai. Ho bisogno di dormire.» Ma Gorgu non credeva che Tombi avesse un piano. Era solo una ragazza e non avrebbe potuto far niente per Jabula. Tombi, invece, era una ragazza coraggiosa e intelligente che discendeva da un’antica dinastia di guerrieri. Aveva una grande influenza su tutte le altre ragazze e ora le incitava all’azione. Subito dopo che Jabula era stato rapito dai suoi fratelli, Tombi aveva preparato un piano per liberarlo. Ora, scivolò di capanna in capanna svegliando le sue amiche.

In un baleno le ragazze si riunirono dietro il recinto del bestiame, e ridacchiando, alla luce della luna, cominciarono a travestirsi. Si dipinsero strani disegni sulle braccia e sulle gambe. Si misero dei gonnellini fatti di piume rigide e appuntite, poi si mossero carponi, veloci e silenziose, seguendo Tombi attraverso l’erba folta in direzione delle colline.

Finalmente arrivarono nelle vicinanze della grotta in cui Jabula veniva lasciato morire di fame dai suoi dodici fratelli. Le ragazze formarono un circolo davanti all’entrata, con Tombi nel mezzo. La notte trascolorava nella grigia foschia dell’alba. All’improvviso uno stridìo da agghiacciare il sangue svegliò i dodici fratelli che subito afferrarono le loro lance. Nella foschia si udì una voce d’oltretomba. «Uscite fuori, vigliacchi! Dodici uomini a guardia di un ragazzo! Venite fuori e vediamo se riuscite a tenerci testa!» «Cosa c’è?» gridò il maggiore dei fratelli. «Chi siete?» Per tutta risposta, Tombi e le altre ragazze emisero un lacerante grido di guerra.


Il fratello maggiore balzò fuori dalla caverna furibondo, ma tutto quel che riuscì a vedere, nell’incerta luce dell’alba, furono delle facce orribili, delle ossa bianche e delle piume. Stordito e spaventato, l’uomo incitò i fratelli a raggiungerlo. Questi si spinsero verso l’apertura della grotta, nascondendosi l’uno dietro l’altro.

Tombi e le ragazze ricominciarono a lanciare urla spaventose. Scuotevano i loro gonnellini piumati e battevano per terra le gambe dipinte di bianco. I guerrieri emisero un gemito di terrore. Chi erano queste creature misteriose i che li perseguitavano? Ma non stettero a chiederselo di nuovo e gettate a terra le loro lance, corsero a nascondersi lontano, sulle colline. E non furono mai più visti.

Le ragazze risero tanto da farsi venire le lacrime agli occhi. Non avevano mai visto in vita loro degli uomini così stupidi e spaventati. Poi Tombi entrò nella grotta scura e maleodorante e carezzò teneramente la testa di Jabula. Era debolissimo

per la fame, ma ancora in vita. Trionfanti, le ragazze lo trasportarono dolcemente fino alla capanna di Gorgu. Gli uccelli videro Jabula tornare alla sua tribù e incitarono le nuvole a portare la pioggia. La siccità era finita, Jabula era il nuovo Capo e la coraggiosa Tombi divenne la sua sposa. E da allora in poi Gorgu dormì profondamente tutte le notti.