I Raccontastorie – Fascicolo 13
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Ford fu felicissimo quando vide che l’uccello nero depositava Baby in giardino. «Ma dove sono tutte le altre?» chiese. «Cos’è successo?»
«Siamo state rapite da due orchetti che ci hanno schiaffato in un sacco portandoci nel bosco. E ora vogliono mangiarci le ruote e chissà che altro.»
«Presto, mostrami la strada», disse Ford prendendo Baby in braccio.
«Seguitemi!» gracchiò l’uccello nero, e si diressero verso il bosco.
Stava già annottando quando arrivarono alla catapecchia dei mostriciattoli. Ford e Baby sbirciarono da un sudicio finestrino.
Gli ingordi orchetti avevano già strappato tutte le ruote e le stavano facendo sciogliere per mangiarsele! Ford era furibondo e irruppe nella baracca.
Ci fu una lotta tremenda tra Ford e i due mostriciattoli…
con pugni, calci, spintoni, morsi e strilli.
Ma Ford era grande e grosso e la baracca cadente all’improvviso crollò travolgendo tutti sotto macerie di legno e di metallo. Nella gabbia che rinchiudeva
le macchinine si era aperta una breccia, così tutte poterono scivolare fuori. Quando videro che Ford era a terra svenuto, cercarono di aiutarlo.
«Dobbiamo portarlo a casa» disse Minnie con decisione. «Ma come?» «Se ci mettiamo tutte sotto di lui riusciamo a trasportarlo» suggerì Grinta. «Siamo tante e ce la faremo.» «Buona idea!» disse VW.
Una per volta, tutte le macchinine si infilarono sotto Ford, formando come un tappeto sotto il suo corpo. «Uno, due, tre, avanti!» gridò Razzo e la strana processione si .mosse lentamente dalla baracca.
Stavano sudando e ansimando da un bel po’, quando all’improvviso Baby si fermò. «Un momento» disse. «Non so bene quale sia la strada, da qui in avanti.»
«Niente paura, vi mostrerò io il cammino!» Era la voce amica dell’uccello nero. «Bene, allora andiamo!» esclamò Razzo e si rimisero in moto attraverso i boschi.
«Mi fa male una ruota!» si lamentò Minnie. «Anche a me!» «E anche a me!» «Ascoltatemi bene, voi!» rombò Razzo. «Continuate a girare!
Cosa credete che succederebbe se gli orchi si svegliassero, eh?» Le macchine strinsero i denti e continuarono ad avanzare faticosamente.
Quando infine Ford si riebbe, era sano e salvo, a parte un grosso bozzo in testa.
Le macchine gli raccontarono cosa era successo… e come loro avevano salvato lui!
Ford fu molto orgoglioso di loro e il giorno dopo rimise a tutte le ruote, perché potessero di nuovo correre sulla pista che aveva costruito
proprio per loro. E gli orchi? Beh, non furono mai più visti, nemmeno dall’uccello nero che conosceva tutti i nascondigli dei boschi.