I Raccontastorie – Fascicolo 17
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04 - Reticolo e il ballo in maschera
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Reticolo, il Ragno, si grattò la testa e si sedette a pensare. Come tutti gli altri animali, anche lui aveva ricevuto un invito per la festa in maschera data da Re Leone. Era per le tre del pomeriggio e il costume più originale avrebbe ricevuto un premio. Ma Reticolo era nei guai; non riusciva a decidere che costume indossare. «Coniglio e Orso sicuramente avranno in mente qualcosa di speciale» borbottò. «Bisogna che io trovi un costume fantastico, se voglio vincere quel premio.» Si grattò nuovamente
la testa e cercò di spremersi le meningi. «Ecco. Mi è venuta un’idea brillante. Andrò vestito da cavaliere, con l’armatura e tutto!» Si mise immediatamente al lavoro. Prese una carriola, andò a un deposito di rottami in fondo alla strada e raccolse un’enorme quantità di metallo. C’era una vecchia tinozza con un buco nel fondo che si sarebbe adattata a pennello al suo corpo; c’era una casseruola da mettersi in testa e due teglie quadrate per i piedi; e c’erano un sacco di scatole di latta in cui infilare le braccia e le gambe, dopo aver tolto il fondo e averle legate con lo spago.
Per l’ora di pranzo, il costume era pronto da indossare. Ma c’era un inconveniente. «Non riuscirò mai a camminare fino alla festa, con questo costume» si disse. «È troppo pesante. Che posso fare?» La risposta gli venne in un baleno. Avrebbe messo il costume nella carriola e l’avrebbe spinta fino al campo dove doveva aver luogo la festa. Avrebbe nascosto il vestito nei cespugli, indossandolo un po’ prima delle tre. Tutti sarebbero rimasti così sorpresi che certamente lo avrebbe vinto lui il premio. Reticolo nascose il costume e se ne tornò a casa, sicuro che nessuno l’aveva visto. Ma non si era accorto che proprio mentre nascondeva l’armatura nella siepe, Coniglio e Orso si trovavano dall’altra parte del campo. «È davvero bellissimo» disse Orso. «Poteva vincere la gara, se non lo avessimo trovato.» «Povero Reticolo» commentò Coniglio. «Come ci rimarrà male, quando scoprirà che è sparito.»
Dopo qualche ora, Reticolo tornò a prendere il suo costume. Ma siccome pensava che avrebbe avuto troppo caldo per indossare l’armatura sopra i vestiti, si era messo solo un panno intorno alla vita. Fu una brutta sorpresa quando vide che il suo costume era sparito, ma immaginò subito cosa doveva essere successo. «Solo Coniglio e Orso sono capaci di giocarmi un tiro simile», pensò, e corse alla tana di Coniglio. Arrivò in tempo per vedere i due amici che si sforzavano di entrare nel loro costume. Era l’imitazione della pelle di un asino. Ma Coniglio non riusciva a tener giù le orecchie quel tanto che bastava a indossare la testa d’asino, e Orso non ce la faceva a infilarsi nelle zampe posteriori. «Oh, dai, sbrighiamoci», disse Coniglio. «Arriveremo in ritardo alla festa.»
«Io cerco di fare in fretta», disse Orso, «e comunque è inutile agitarsi. Possiamo prendere la scorciatoia che passa dal campo di carote del Contadino Giorgio.» All’udire ciò, Reticolo ebbe un’idea meravigliosa, «Gliela farò vedere io, a quei due furfanti» pensò. «Andrò ad avvertire il Contadino Giorgio che uno stranissimo asino sta per entrare nel suo campo.»
Qualche minuto più tardi, una strana bestia camminava incespicando nel campo di carote del Contadino Giorgio. Le zampe davanti erano molto più corte di quelle di dietro, e la testa si ergeva solo di pochi centimetri dal suolo. «Guarda quante dolcissime carote», esclamò Coniglio leccandosi i baffi. «Sai bene che non riesco a vedere nulla», gli rispose Orso. «E per di più arriveremo davvero tardi, se non ti dai una mossa.» In quel momento, il Contadino Giorgio si avvicinò allo strano asino. Aveva in mano un grosso bastone nodoso ed era molto arrabbiato. «Quel Coniglio e quell’Orso son sempre dietro alle mie carote», pensò. «Beh, adesso darò loro una lezione che non dimenticheranno più.» E calò con forza il bastone sul groppone dell’asino. «Ohi», strillò Orso incespicando. «Cos’è stato?» «Non spingere» disse Coniglio «cammino più in fretta che posso.
Allora il Contadino Giorgio menò di nuovo. Colpì la groppa dell’asino così forte, che Orso cadde addosso a Coniglio. «Ma che ti prende?» ansimò Coniglio cercando di divincolarsi da Orso. Ma proprio in quel momento ricevette una sventola sulla testa e Orso un’altra sulla schiena. «Aiuto!» gridarono “- insieme i due amici. «Un pazzo ci perseguita!» Siccome i colpi piovevano duri e veloci, cercavano freneticamente di scappar via. A furia di contorcimenti, finalmente la pelle dell’asino si ruppe e i due amici corsero via a gambe levate attraverso il campo. Reticolo non aveva mai visto niente di più ridicolo. Piegato in due dalle risate, si incamminò verso il campo dove c’era la festa e poco dopo si trovò circondato da un mucchio di animali in costume che ridevano di lui. «Guardate che bel bambino!» esclamò Scimmia.
«Dov’è il tuo succhiotto, carino?» «Ma cosa fai, sei troppo piccolo per andare in giro da solo», ridacchiò Serpente. «Prenderà freddo, ricoperto solo dal suo pannolino», rise Porcello. Reticolo si fece piccolo piccolo dalla vergogna. Tuttavia gli animali erano convinti che il suo pezzetto di stoffa fosse un pannolino! Desiderò ardentemente di non essersi mai costruito un’armatura. Ma poi Re Leone parlò: «Reticolo, a nessun’altro sarebbe mai venuto in mente di vestirsi da bebé. Il tuo travestimento è così originale, che meriti di vincere il premio!» Gli altri animali furono d’accordo. Dopotutto, Reticolo era riuscito a farli ridere come non ridevano da settimane.