I Raccontastorie – Fascicolo 21
Ascolta l’audiocassetta!
Quando Heidi si svegliò nella baita del Nonno, nella valle suonavano le campane e gli uccellini cantavano felici. Dopo colazione si preparò per andare a far visita alla Nonna di Peter. Corse a perdifiato giù per il sentiero, finché la piccola casetta non fu in vista. «Che strano! Qualcuno è entrato in casa correndo proprio come faceva Heidi.» «Sono io, Nonna! Sono io, Heidi!» esclamò lei abbracciando la vecchia signora e coprendola di baci. La Nonnina non riusciva a credere che fosse proprio lei, finché non se ne accertò con le sue stesse mani, che passò sui riccioli di Heidi. Intanto la bambina raccontava della sua vita
a Francoforte. «Figuratevi che non ci sono alberi, né fiori, né capre, né montagne! Solo grandi edifici di pietra con le finestre chiuse. Per forza Clara non è mai stata bene!» «Anche tu non hai più le tue belle guancine rosa» disse la mamma. «Peter non ti riconoscerà, quando torna a casa da scuola.»
«Oh, io sto bene. Sono stata malata di nostalgia, ma ora che sono dal Nonno mi sento meglio.» Poi, senza dir niente, Heidi prese un libro di canzoni da uno scaffale e ne soffiò via la polvere. «Cosa vuoi che ti legga, Nonnina?» chiese alla vecchia signora. «Quello che vuoi, bambina, quello che vuoi. Ma sai leggere davvero, Heidi?» «Ecco, qui ce n’è una che parla del sole, credo che ti piacerà.» “Il sole dorato illumina il prato e dispensa il suo calore su di noi con amore.” «Heidi, sai leggere davvero!» E Heidi continuò a leggere, finché la porta della casetta si apri_ e comparve Peter. La bambina, felice, gli corse incontro e lo abbracciò, e non è vero che lui non
la riconobbe! Heidi gli raccontò tutto quello che aveva fatto in città: soprattutto che aveva imparato a leggere. E quando Peter ammise che lui invece non aveva ancora imparato, Heidi gli disse: «Domani andremo su al picco dell’Avvoltoio e ti darò la prima lezione.» «Davvero riuscirai a insegnarmi?» «Certamente, Vedrai!» Per tutta l’estate, Heidi, Peter e le capre vagarono per l’alpeggio su, oltre la baita del Nonno. Heidi vide di nuovo i fiori e gli uccelli, e tutte le cose che le erano mancate tanto e per le quali aveva sospirato, laggiù a Francoforte. Nessuno al mondo era più felice di lei, ad eccezione forse di Peter. Con l’aiuto della bambina, egli, un poco ogni giorno, imparò a leggere; prima le lettere, poi le parole, poi le frasi, finché poté leggere correttamente i libri della Nonnina.
Poi, un giorno, mentre Heidi stava giocando fuori della baita, vide una piccola carovana salire dal villaggio. Emise un’esclamazione così acuta che il Nonno uscì di corsa a vedere che cosa era successo. «Sono arrivati! Sono arrivati, finalmente! Guarda Nonno, guarda!» La processione si inerpicava lentamente lungo il sentiero. Davanti c’erano due uomini che portavano una specie di portantina con dentro una fanciulla avviluppata in scialli e coperte; dietro di loro una signora cavalcava un bel cavallo bianco e per ultimo veniva un uomo che spingeva una seggiola a rotelle vuota ed era carico di cappotti e pacchettini. Quando arrivarono alla baita, Heidi si slanciò verso di loro e baciò la fanciulla seduta nella portantina. Era Clara, la sua amica di Francoforte e, sul cavallo, c’era la Nonna di Clara! «Che casa deliziosa avete, Nonno», esclamò la vecchia signora smontando da cavallo. «Non mi stupisce che Heidi avesse tanta voglia di tornarci.»
«Ti piace Clara?» chiese Heidi tutta eccitata. Clara si guardò intorno sbalordita. Non aveva mai visto niente di più bello. «Posso rimanere qui per sempre?» chiese alla Nonna. «Beh, non so se puoi starci proprio per sempre, ma se il Nonno è d’accordo, puoi rimanere senz’altro per un po’.» «Ti prego, dì di sì», implorò Heidi. Il vecchio sorrise. «Ma certo che puoi rimanere, Clara.»
Infine tutti andarono a fare uno spuntino a base di latte e formaggio abbrustolito e restò inteso che la Nonna di Clara sarebbe tornata a prendere la nipote, un mese dopo. Quella sera, dopo il tramonto, il Nonno portò Clara su per la scala fino al solaio dove dormiva Heidi. «Forse sembrerà un po’ strano a una signorina come te», disse «ma credo e ti troverai bene, quassù.» «È come un sogno», disse Clara. «Heidi mi ha parlato tanto del suo letto di fieno e della finestrella rotonda, a non avrei mai immaginato di poter vedere con i miei occhi tutta la vallata. E’ proprio come mi hai descritto, sai.
Heidi, solo è ancora più bello. E domani conoscerò Peter e la Nonnina e tutte le capre. Oh, sono così felice!» Ma Peter non era contento. Gli pareva che Heidi lo mettesse da parte per Clara. E quando al mattino si presentò alla baita, acconsentì di malavoglia ad aiutare Heidi a spingere la sedia a rotelle su per il ripido sentiero. Quando si sedettero a far colazione, la sua gelosia divenne così forte che (non visto), in un impeto di rabbia, si slanciò sulla sedia a rotelle, tolse il freno e le dette uno spintone. La seggiola rotolò per il pendìo, sempre più velocemente. In un lampo fu sull’orlo del burrone e precipitò, fracassandosi in mille pezzi sulle rocce sottostanti. «Oh, la mia sedia!» gridò Clara inorridita. «Come farò a scendere a valle! Oh, se potessi camminare!» «Ti aiuteremo noi a scendere», le disse Heidi. «Mettimi un braccio intorno al collo e con l’altro prendi Peter sottobraccio. Ora appoggiati bene e noi ti porteremo, d’accordo?» Ma Clara non era leggera e presto si stancarono.
« Appoggia bene un piede per terra», le disse Heidi. Clara ubbidì. «Adesso l’altro.» Sostenuta da Peter e da Heidi Clara tentò due brevi passetti. «Credo che ce la farò, Heidi». Lentamente, faticosamente, Clara fece un passo, poi un altro. «Cammino! Guardatemi, cammino!» Clara si teneva forte a Peter e a Heidi, ma scoprì che riusciva a muovere dei passi da sola. Per la prima volta camminava! Heidi era fuori di sé dalla gioia, «Se il Nonno e la tua Nonna potessero vederti! Ora… ora potrai venire con noi in montagna tutti i giorni!» Camminarono ancora un po’, poi si fermarono per riposare. Il sole scottava e dopo un po’, sia per le emozioni della mattinata che per il profumo inebriante dei fiori, si addormentarono profondamente tutti e tre. Dormirono fino al tramonto, quando il Nonno, in pensiero per il loro ritardo, salì a cercarli, chiamandoli a gran voce. Heidi si svegliò e corse da lui. «Nonno, Nonno! Clara cammina!» «Cosa? Ma che dici, bambina? Non è possibile.»
Ma sorridendo e sostenendola, esortò Clara a camminare. Lentamente, con attenzione, le bambina compì effettivamente qualche passo. «E meraviglioso», esclamò il Nonno, «Ma non dobbiamo esagerare.» E presa Clara fra le braccia la portò fino alla balia. Subito il inattino dopo, il Nonno disse che avrebbe scritto alla Nonna di Clara di venire, perebé aveva qualcosa di molto speciale cla comunicarle. I giorni che seguirono furono forse i più felici che Heidi avesse trascorso. Ogni mattino Clara si svegliava sentendosi meglio e più forte, e
ogni volta riusciva a camminare di più. Passarono diversi giorni, poi la Nonna scrisse
che sarebbe arrivata l’indomani con il padre di Clara, il signor Sesemann. Sedute su una panca davanti alla baita, Heidi e Clara aspettavano i loro ospiti. Infine arrivarono. «Come si stupì
quando vide Clara. « Come mai non sei sulla tua sedia a rotelle?» Allora, aiutata da Heidi, Clara si alzò in piedi e abbracciò la Nonna. Il signor Sesemann rimase lì a fissare la figlia con gli occhi pieni di lacrime. «Non mi riconosci, papà? Sono cambiata così tanto?» rise Clara. «Clara!» Sua figlia, abbronzata e una di salute, i capelli dorati dal sole, gli stava venendo incontro camminando lungo il sentiero. Corse da lei e la prese fra le braccia. «Ma sei davvero tu, mia cara?» «Sì, papà» rise Clara. Poi si fece seria. «La mia seggiola si è rotta, su all’alpeggio e così Peter e Heidi han dovuto riportarmi a braccia. Ma facevano così tanta fatica, ho proprio dovuto camminare. Dovevo farlo.» Heidi, la Nonna, il Nonno e Peter li raggiunsero.
Andarono tutti insieme alla casetta di Peter a festeggiare l’avvenimento. Il Nonno, intimidito, e goffo nel suo vestito migliore, cantò una canzone presa dal libro della Nonnina. «Che bella voce avete!» esclamò Nonna Sesemann. «Dovreste cantare nel coro della chiesa.» E con gran stupore di tutti, il Nonno rispose: «Penso proprio che lo farò, se mi vorranno. Comunque dovrò portare giù a Dórfli Heidi per la scuola, l’inverno prossimo.» Solo Peter restava fuori dall’allegria generale. Si sentiva colpevole per aver spinto la sedia di Clara giù dal burrone. «Vieni qui ragazzo», lo invitò Nonna Sesemann. «Voglio ringraziarti perché anche tu hai aiutato Clara a camminare e ti meriti un premio.»
«No», disse lui quasi in lacrime. «Io avrei dovuto aiutare Clara. Invece ho spinto la sedia giù dal burrone perché ero geloso. Non è stato un incidente. Heidi lo sa ma non l’ha detto perché è mia amica. Ma io so di avere fatto male e mi dispiace tanto.» Tutto scosso, Peter aspettava la reazione della Nonna. «Beh, sì, non è molto bello quello che hai fatto», disse la vecchia signora, «ma è servito a far camminare Clara. Quindi non devi più essere triste, perché anzi le hai fatto un favore!» Presto, troppo presto, arrivò l’ora di partire. Il signor Sesemann e la Nonna avevano già deciso di portare Clara con loro. Al momento di salutarsi, molte lacrime furono versate, ma la Nonna disse che la prossima estate Clara sarebbe tornata a stare col Nonno, con Heidi e con Peter nella loro bella casa fra le montagne.