I Raccontastorie – Fascicolo 21
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Riuscite ad immaginare niente di più ridicolo di un elefante e un coniglio che fanno il tiro alla fune? Beh, un giorno, parecchio tempo fa, è successo proprio così. Coniglio sfidò Elefante: «Sono piccolo, ma sono forte quanto te.» Naturalmente Elefante rise a più non posso, con la sua lunga proboscide, e continuò a fare il bagno nel fiume. «Se domani porto con me una corda» chiese Coniglio «proverai la tua forza contro la mia in un tiro alla fune?» «E va bene, vai a prendere la tua fune, allora», rispose Elefante e continuò ad affilarsi le sue lunghe zanne contro la roccia.
Ma prima di andare a prendere la corda. Coniglio fece un’altra visita. Ippopotamo stava facendo colazione sui pascoli alti, com’era abitudine degli ippopotami a quei tempi. «Fai attenzione a dove ti siedi», disse quando vide Coniglio. «Potrei calpestarti per sbaglio.» «Non preoccuparti per me», rispose Coniglio. «Sono piccolo, ma anche immensamente forte e, se ne hai voglia, te lo proverò domani in un tiro alla fune.» Ippo sbadigliò pigramente. «Non mi piacerebbe farti del male, ma se proprio vuoi…»
E si spostò su un’altra collinetta, avendo ormai completamente spiaccicata la precedente! Il giorno dopo, Coniglio arrivò tutto curvo sotto il peso di una lunga corda.
Elefante era già sul posto. Coniglio gli passò un capo della corda e il pachiderma se la attorcigliò intorno i, alla spessa e grigia proboscide. «Ora ‘- indietreggia», gli disse Coniglio «e quando la corda sarà tesa, possiamo cominciare a tirare.» Elefante indietreggiò fino in mezzo alla giungla… proprio mentre Ippopotamo scendeva goffamente verso la pianura. Coniglio diede l’altra estremità della corda a Ippo. «Ho lasciato l’altro capo della corda nella giungla. Indietreggia
e quando la corda sarà tesa, comincia a tirare.» Ippo legò la corda intorno ai suoi quattro dentoni e serrò forte la mascella. Poi anche lui indietreggiò nella giungla per far tendere la corda. Il tiro alla fune era iniziato.
Elefante cominciò a tirare, senza troppa forza, per non far male a Coniglio. Ma anche Ippopotamo tirò senza troppa forza, per non far male a Coniglio. La corda vibrava, ma senza molta convinzione. «Beh, chi l’avrebbe detto che quel
tipetto fosse così forte!» pensò Elefante e tirò un po’ più forte. «Ma chi si immaginava che Coniglio sapesse tenere così bene la posizione, con quelle piccole zampe pelose!» pensò Ippo. E anche lui tirò un po’ più forte.
«Ma che succede? Mi ha fatto quasi perdere l’equilibrio!» esclamò Elefante. «Ora tirerò con tutta la mia forza!» «Ma che succede? M’ha fatto quasi ruzzolare» esclamò Ippo. «Farò meglio a usare tutta la mia forza!» E così Elefante e Ippopotamo tirarono a più non posso. Tiravano, grugnivano e sbuffavano, ma nessuno dei due riusciva ad andare in vantaggio. Il tiro alla fune durò tre giorni interi, con le due grosse bestie ancorate nel punto in cui avevano piantato i loro piedoni. Dapprima Coniglio si divertì allo spettacolo, ma dopo tre giorni cominciò ad annoiarsi. Allora morsicò la corda. Un enorme crack rimbombò nella giungla, allo spezzarsi della corda.
Elefante volò all’indietro e atterrò in un cespuglio pieno di spine e Ippo venne scagliato per aria e atterrò… nel fiume fangoso.
Ed è per questo che da quel giorno Elefante sradica gli alberi in cerca del forzuto Coniglio che ferì il suo orgoglio… e il suo posteriore in un cespuglio di rovi. Ed è da quel giorno che Ippopotamo si nasconde nel fiume e si rifiuta di uscire prima che faccia buio. «Non vorrei incontrare il Coniglio forzuto.»