Capitan Bones

Capitan Bones

I Raccontastorie – Fascicolo 26

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      05 - Capitan Bones
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In una calda serata estiva di tanto, tanto tempo fa, un ragazzino di nome Pip sedeva sui gradini della locanda “Al Nido del Corvo”. L’orologio del campanile batteva le dieci, nella locanda lo zio Ned parlava con uno sconosciuto e Pip ascoltava tre pescatori raccontare delle storie fantastiche. «Capitan Bones!» esclamò il più alto dei tre. «Ecco come si chiamava: Capitan William Bones! È stato impiccato cent’anni giusti giusti oggi, per aver fatto naufragare delle navi su questi scogli e averle depredate, dopo aver assassinato i marinai. È sepolto nel cimitero della chiesa e c’è chi dice
che la sua anima giri ancora senza trovare pace!» «Qua… qualcuno l’ha mai visto?» chiese Pip un po’ scosso. «Certo, ragazzo, io l’ho visto, e com’era brutto con intorno al collo le catene con le quali è stato impiccato!» Pip era così impressionato che scattò in piedi di colpo. Il pescatore rise. «Chissà, potrebbe venir fuori anche stanotte, ragazzo. Lo fa spesso con la luna piena. Perciò farai meglio a startene ben tappato in casa!» Finito di ingollare la birra, i tre marinai se ne andarono. Anche lo sconosciuto se ne era andato e lo zio Ned stava riordinando.

Pip ripulì i tavoli, spense gli stoppini delle lampade a olio e se ne andò di sopra. «Notte, zio Ned,» «Buonanotte Pip e sogni d’oro.» Ma con la luna piena e il rumore delle onde che si frangevano sulle rocce, Pip non riusciva a chiudere occhio, Dopo più di un’ora si decise: si rivestì e, uscendo dalla finestra, scivolò giù lungo la grondaia fino a terra. Quando fu arrivato al cimitero della chiesa, Pip udì il verso del gufo e una nuvola offuscò la luna. Scavalcato il muretto, Pip lesse nella penombra ogni lapide, in cerca di quel nome: Bones. Alla fine la trovò nell’angolo più lontano del cimitero. Era una grande tomba quadrata, seminascosta da un vecchio albero e circondata da un cancelletto in ferro battuto. La luna uscì di nuovo dalle nuvole e Pip lesse chiaramente: Capitan William Bones. Mentre cercava di decifrare le altre parole sulla lapide,

improvvisamente il cancelletto si aprì, e Pip rotolò dentro il recinto fino alla lapide, sulla quale c’era una grossa maniglia di rame. Col fiato sospeso, Pip l’afferrò e la tirò con forza. La massiccia porta si aprì cigolando. Con stupore, il ragazzo si trovò in cima a una lunga scalinata che si perdeva nel buio. L’aria era stantia e un pipistrello uscì stridendo dall’ombra, sfiorandogli i capelli. Pip rabbrividì, ma non poteva fermarsi adesso, In punta di piedi cominciò a scendere, guidato da un tenue raggio di luna. Poi, di colpo, la pietra gli si richiuse alle spalle con un tonfo. Era intrappolato nel buio! Ora non poteva che continuare a scendere. I gradini erano in parte coperti di muschio, ma Pip riuscì egualmente a procedere, aggrappandosi a una corda fissata al muro. La scala era interminabile e si inoltrava sempre più profondamente nelle viscere della terra.

Poi, Pip sentì il rumore del mare. Vide la luna brillare su una bianca distesa e si trovò in una grotta, la cui entrata era in parte ostruita da un grosso masso. Pip si ritrovò su una spiaggetta circondata dagli scogli. Non c’era traccia di sentiero, ma almeno era all’aperto e poteva cercare una via d’uscita, magari andandosene a nuoto. All’improvviso vide la luce di una nave… e gli si gelò il sangue! Una barca stava in quel momento doppiando il capo e gli veniva incontro. Ritto, a bordo, vide uno scheletro con una pesante catena intorno al collo e una lanterna in mano. Era il fantasma del Capitan Bones! Pip fu preso dal terrore e si accucciò dietro al masso. Due spaventose figure bianche remavano silenziosamente e guidarono la barca a riva. Lo scheletro saltò a terra e si guardò intorno sospettoso, infine si diresse a grandi passi proprio verso la caverna! Pip si fece ancora più piccolo,

incapace di muoversi, mentre quell’orribile apparizione gli veniva incontro, con gli stivaloni che scricchiolavano sulla sabbia. Quand’ecco una lunga mano ossuta tentò di afferrarlo per i capelli, «Io sono Bones! Capitan Bones: pirata e assassino! Che cosa ci fai tu sulla mia spiaggia?!» Pazzo di terrore, Pip schizzò in piedi e via, su per le scale ammuffite più in fretta che poté. Più volte scivolò, graffiandosi dolorosamente le ginocchia, ma subito si rialzò e ricominciò a salire. Dietro di lui veniva il fantasma, con un gran fragor di catene e i tonfi degli stivaloni sui gradini. Pip correva sempre più veloce, col cuore che gli batteva furiosamente, ma si chiese terrorizzato che cosa avrebbe fatto una volta arrivato in cima alle scale, ora che la pietra tombale si era richiusa!
Il fantasma, mentre gli si avvicinava, continuava a sbraitare: «Sono Bones! Capitan Bones: pirata e assassino! .,. Pirata e assassino!» Ma proprio quando Pip stava per giungere in cima alle scale, la pietra tombale si spalancò ed ecco apparire lo sconosciuto della locanda, lo zio Ned e altri uomini_ tutti armati di moschetto! Il fantasma lanciò una bestemmia e si riprecipitò giù dalle scale. Qualcuno afferrò saldamente Pip per un braccio e lo trascinò fuori, «Ok, ragazzo, adesso sei al sicuro. Ora resta qui mentre noi ce la vediamo col Capitan Bones.» A un cenno dello sconosciuto, gli uomini si lanciarono giù per le scale. Pip, esausto, si buttò a sedere sotto al vecchio albero per riprendere fiato.

Quando si fu un po’ calmato, lo zio Ned gli spiegò quel che era successo. «Quegli uomini che hai visto non erano fantasmi, Pip, ma contrabbandieri, e quel signore che c’era alla locanda è un doganiere. Sta dando loro la caccia da settimane e oggi ha ascoltato con molto interesse il racconto di quei marinai, proprio come te! Quando ha sentito che stanotte il fantasma poteva anche comparire, ha deciso di radunare i suoi uomini e di mettersi in azione; e ha chiesto anche a me di unirmi a loro.» Qualche momento dopo, tre figure ammanettate vennero trascinate su per gli scalini e fuori all’aperto. L’uomo più alto portava un costume nero con sopra disegnato uno scheletro, e quando gli tolsero il cappuccio, Pip riconobbe il pescatore che gli aveva raccontato la storia di Capitan Bones, nella locanda meno di tre ore prima! Il campanile batteva l’una, quando finalmente Pip ritornò a casa con lo zio Ned. Mentre si spogliava, Pip vide lo zio
assicurare la maniglia della sua finestra con un robusto spago. «Voglio essere sicuro che tu non scappi più, per stanotte!» disse ridendo al ragazzo. A Pip la cosa non dispiacque affatto, perché le maledizioni di Capitan Bones’ gli suonavano ancora nelle orecchie ed; era ben felice di essere a casa al sicuro. E finalmente, mentre il gufo ripeteva il suo verso e le onde si frangevano sugli scogli, laggiù sulla riva, Pip si addormentò.