I Raccontastorie – Fascicolo 5
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Virgilio era un vecchio arrogante e sbruffone e nessuno lo sopportava. Un giorno della passata primavera irruppe sbraitando nell’emporio del paese, vantando la propria intelligenza. «Ammazzerò ogni dannato animale di quella dannata montagna», sbottò. «Allora sì che mi vorrete tutti pagare da bere, e mi batterete le mani sulla spalla e chiederete la mia fotografia!»
«Ti sei per caso comprato un fucile nuovo?» chiese qualcuno. «Noo», rispose. «Ho preso il mio coltello, un pezzo di legno e mi sono fatto un piffero. Sissignore!» Tutti quelli che si trovavano nel locale risero al pensiero di Virgilio che suonava il piffero agli animali selvatici della montagna. Ma egli si guardò attorno con aria di sfida. «Quando io suono il piffero, posso imitare il verso di qualunque animale, il cervo, il castoro, il procione…» «… E il fanfarone…» disse qualcuno. E Virgilio uscì offeso dal negozio e se ne andò camminando pesantemente verso le Montagne Fumose con la sua provvista di cibo e il suo piffero. Beh, raccontano che dopo essersi addentrato parecchio nella foresta di aceri, tirò fuori il piffero e imitò il verso del cervo. Un piccolo cervo rosso udì il richiamo e uscì dal folto degli alberi. Con freddezza, Virgilio caricò il fucile e lo puntò contro la creaturina.
Bang, sparò e mancò il bersaglio. Ma il cervo non era l’unico animale ad avere sentito il richiamo. Una grossa lince rossa accorse a grandi balzi tra gli alberi, leccandosi i baffi e pregustando un buon pasto di cervo. Quando vide Virgilio lo fissò sogghignando. Ora, però, il fucile di Virgilio era scarico. Ma il furbone, rapido come il lampo, prese il piffero e imitò il ruggito del leone di montagna. E quel suono spaventò talmente la lince, che scappò nel folto degli alberi come se avesse avuto alle calcagna un vero leone.
Ma la lince non era l’unico animale ad avere udito il ruggito del leone. Una grossa leonessa affamata accorse fra gli alberi pensando che il suo compagno avesse trovato qualcosa di buono per cena, e quando vide Virgilio, lo fissò sogghignando. Rapido come il lampo, Virgilio prese il piffero e imitò il verso di un grosso orso grigio. E spaventò tanto la leonessa di montagna che la fece scappare via tra gli alberi come se un vero orso grigio le stesse alle calcagna Ma la leonessa non era l’unico animale ad aver sentito il verso dell’orso. Lo udì anche un enorme e solitario orso grigio che accorse speranzoso con il cuore pieno d’amore. Ma non trovò una compagna. Trovò… Virgilio. Malgrado ciò, sogghignò allegramente e… se lo mangiò. Bah, era sempre stato un arrogante vecchio sbruffone, quel Virgilio.