La Luna nello stagno

I Raccontastorie – Fascicolo 6

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      06 - La luna nello stagno
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C’era spesso del disaccordo fra gli animali. Bisticciavano, discutevano, e si imbrogliavano a vicenda. E la colpa era quasi sempre di Fratel Coniglio. Di solito poi facevano la pace e stavano lunghe ore insieme al sole. Ma Fratel Coniglio in tutta questa tranquillità si annoiava. «Uffa, che uggia! Che noia! Che barba!» si lamentava un giorno con Sora Tartaruga d’Acqua Dolce. «Bisogna inventare qualcosa!» «Sei la creatura più malandrina di

tutta la regione, Fratel Coniglio», disse la Tartaruga. «Però non ci annoiamo mai quando tu combini qualche guaio. Cos’hai in mente stavolta?» Fratel Coniglio si scandalizzò. «Ma chi ha detto che voglio combinare dei guai? Io suggerivo solo di andare domani sera a pescare al vecchio stagno del Mulino.» Ma i suoi occhi scintillavano maliziosamente. «Avvisa tu Mastro Volpe, Fratello Orso e Compare Lupo. E se qualcosa succederà, vuol dire che ti divertirai.»

«L’hai detto», chiocciò Sora Tartaruga. «Non mi perderei lo spettacolo per nulla al mondo,» Mentre Fratel Coniglio correva a casa a dormire, Sora Tartaruga cominciò il suo lento cammino verso lo stagno del Mulino. «Uhm, se mi avvio ora, per domani sera ce la dovrei fare!» Tutti gli animali andarono allo stagno la sera seguente. Mastro Volpe portò la canna da pesca, Fratello Orso una rete e Compare Lupo degli ami. Ma Fratel Coniglio era arrivato per primo e sedeva sconsolato su un tronco vicino allo stagno.

«Peccato», disse. «Siamo venuti per niente.» «Cosa? Perché?» Gli animali si spinsero attraverso l’erba folta sulla riva dello stagno. «Cos’è che non va, Fratel Coniglio?» «C’è stato un incidente» spiegò, «Voi non eravate ancora arrivati. La luna è caduta nello stagno. Così ci toccherà ritornare a casa.» «La luna è caduta nello stagno?!» «Sì! Se non mi credete guardate voi stessi!» Mastro Volpe, Fratello Orso e Compare Lupo guardarono nello stagno. E, oh meraviglia, la luna era proprio lì, tremula e ondeggiante in fondo allo stagno. «Ma io volevo pescare dei pesci persici», disse Mastro Volpe. «E io che volevo acchiappare un luccio?» disse Fratello Orso. «E io che volevo prendere una trota, per mangiarmela a cena» disse Compare Lupo.


«E io che cercavo dei gamberetti», disse Sora Tartaruga. «E tu cosa volevi pescare Fratel Coniglio?» E i due si strizzarono l’occhio. «È proprio seccante davvero» sospirò Fratel Coniglio. «Stasera nessuno potrà pescare niente. A meno che… non tiriamo fuori la luna.» Tutti si grattarono la testa perplessi e aspettarono che a Fratel Coniglio venisse un’idea. Perché lui di idee ne aveva sempre da vendere… «Ecco cosa faremo!» esclamò d’un tratto. «Andrò a casa di Tartaruga del Fango a chiedere in prestito una grossa rete. Abbiamo bisogno di qualcosa di grosso e resistente per tirar fuori la luna. È d’argento puro sapete. Aspettatemi qui e non fate niente fino al mio ritorno.» E con un guizzo del suo codino bianco Fratel Coniglio se ne andò. Almeno, sembrava che se ne fosse andato. Solo Sora Tartaruga notò la punta di due orecchie pelose che spuntavano da un cespuglio.

«Argento puro eh?» disse a voce alta. «Chissà quanto può valere!» E ad un tratto Fratello Orso si mosse con la sua rete. «Presto, prima che Fratel Coniglio ritorni! Tiriamo fuori la luna e dividiamocela fra noi.» Mastro Volpe e Compare Lupo osservavano impazienti Fratello Orso inseguire la luna. Dapprima gli parve che avrebbe potuto prenderla con la zampa. Ma mentre si sdraiava sulla pancia e allungava il braccio, la luna sembrò sfuggirgli di sotto e allontanarsi nel lago. «No, così non va», disse «bisogna che usi la rete.» Per non bagnarsi i piedi, i tre rimasero sulla riva, gettarono la rete là dove la luna scintillava, e poi la ritirarono. Ma la luna nella rete non c’era. Provarono di nuovo e ancora la rete rimase vuota. «Non la buttiamo abbastanza lontano» disse Mastro Volpe. «Se entriamo tutti e tre nell’acqua, possiamo avvicinare bene la rete alla luna.» Ci provarono ma Compare Lupo cominciò a rabbrividire per il freddo. «Questa volta ce l’abbiamo fatta!» Ma ancora niente luna.


Intanto Compare Lupo era al limite dell’acqua bassa. Mise un piede in fallo e… patapunfete, precipitò nell’acqua profonda tirando la rete dietro di sé. Ma anche Mastro Volpe era attaccato alla rete e perciò anche lui … SCIAFF! Ma anche Fratello Orso era attaccato alla rete, e anche lui venne spinto in acqua… Con tutti gli spruzzi che sollevarono, il riflesso argenteo della luna in fondo allo stagno si infranse in mille pezzi e svanì. E intanto loro si agitavano e schizzavano acqua tra strilli e lamenti. Fratel Coniglio rise tanto da rotolarsi nei cespugli. E Sora Tartaruga ritirò la testa nel suo guscio perché nessuno la vedesse sghignazzare.

Quando riguadagnarono la riva, Fratello Orso, Mastro Volpe e Compare Lupo berciavano e litigavano, dandosi la colpa a vicenda. «Tu mi hai buttato sott’ acqua!» «Dovevi lasciare andare la rete!» «E l’idea di chi è stata?» «Ho gli stivali pieni di fango!» Fratel Coniglio era raggiante «Ben gli sta» pensò fra sé, ma poi aiutò gli animali inzuppati a tirarsi fuori dallo stagno. Essi lo guardarono torvi pensando che c’entrasse in qualche modo. «Dannato Coniglio!» sibilò Compare Lupo guardando la luna alta nel cielo. «Eh, eh, non mi hai ancora detto cos’è che volevi acchiappare tu stasera, Fratel Coniglio», ridacchiò Sora Tartaruga. «Ah no?» rise Fratel Coniglio. «Beh, avevo in mente di acchiappare un paio di grulli. E con la luna come esca, mi pare proprio di esserci riuscito!»