L’orso gentile

I Raccontastorie – Fascicolo 6

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      07 - L'orso gentile
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Il cacciatore Otto un giorno catturò I un orso bianco così grosso, così bello e così gentile, che decise di regalarlo al Re di Danimarca per Natale. Mentre viaggiava attraverso le montagne, cadde la notte. «Ripariamoci dal freddo» disse Otto. «Là c’è una casa dove possiamo chiedere ospitalità.» Bussò alla porta e una voce rispose: «Perché bussate? Le altre volte non vi siete presi il disturbo di farlo.» Intanto, facce allarmate di bambini spiavano da dietro i vetri. «Oh, mi dispiace», disse il contadino Peter aprendo la porta. «Credevo che fossero quei maledetti spiritelli.» «Spiritelli?» si stupì Otto. «Il mio amico orso ed io stiamo solo cercando un posto sicuro dove passare la notte.» «Allora stareste meglio nelle grotte» suggerì la moglie del contadino. «Noi ci stavamo proprio per andare. È la vigilia di Natale sai, e ogni vigilia una banda di spiritelli maligni scende dalle montagne e invade la nostra casa. Mangiano tutto quello che possono trovare e ci bevono tutta la birra.

Sfasciano i mobili e spaccano i piatti. E poi si infilano nei nostri letti, senza nemmeno togliersi gli stivali.» «Allora è proprio un bene che siamo capitati qui stasera» disse Otto. «Lasciateci dormire in cucina e vi assicuro che questa volta non avrete bisogno di rifugiarvi nelle grotte.» Così il cacciatore si stese davanti al fuoco, l’orso si accoccolò sotto il tavolo e il contadino e sua moglie se ne andarono di sopra a letto.

Allo scoccar della mezzanotte, intorno alla casa si levò un coro di risate stridule e di versacci orribili. Poi gli spiritelli maligni urlarono in coro: «Contadino Peter! Siamo venuti a mangiare il pranzo di Natale, ci senti? Sarà meglio per te che sia buono, altrimenti…» Forzarono la finestra e irruppero in casa — la più ributtante masnada che Otto avesse mai visto. Aprirono tutti gli armadi e i cassetti e cominciarono a divorare tutto il cibo che capitava loro sottomano: uova intere, carne cruda, patate con la buccia, e tutti i dolci dell’albero di Natale. Bevvero tanta birra che alla fine barcollavano, si urtavano e cantavano canzonacce a squarciagola. «Oh guarda», disse uno spiritello ubriaco. «Guarda che bel gattino.» L’orso aprì un occhio. «Mangia

una salsiccia, gattino», mugolò un altro spiritello e ficcò una salsiccia bollente sotto il naso dell’orso. «RROOOAAA000ARRR!!» L’orso bianco balzò fuori da sotto il tavolo, e con una zampata scaraventò lo spiritello fuori dalla porta e in mezzo alla neve. Avreste dovuto vedere le facce degli altri spiritelli alla vista delle dimensioni  del… gattino. Fu un fuggi fuggi generale: chi saltava dalla finestra, chi su per la cappa del camino.


L’orso li inseguì fuori nella neve e li fece scappare a gambe levate in direzione delle montagne. Il contadino e sua moglie scesero le scale ancora un po’ impauriti.

«Vi assicuro che gli spiritelli maligni non vi daranno mai più fastidio», rise Otto. Riconoscente, la moglie del contadino preparò loro tante cose buone per il viaggio e il giorno dopo Otto ripartì con il suo regalo per il Re. Intanto la notizia si era sparsa fra gli spiritelli del paese. «Non andate mai da Peter la vigilia di Natale! Ha un gattino… gigante!»