La tartaruga sciocca

I Raccontastorie – Fascicolo 7

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      la tartaruga sciocca

 

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Un giorno, in una valle lontana, cominciò a piovere, e piovve tanto che tutta la campagna fu inondata. Ancora un po’ e solo le montagne sarebbero spuntate dall’acqua, che saliva, saliva sempre… A un tratto si udì qualcuno che piangeva. Era una tartaruga: la più lenta, la più sciocca del mondo. «Perché piangi?» gracchiò un’oca

che volava sopra di lei. «Affogherò!» singhiozzò tartaruga. «Per te è facile, tu puoi volare. Ma le mie gambe son così corte, che mi ci vorrà un mese per arrivare sulle montagne!» «Quante storie!» tagliò corto l’oca.

«Vado a chiamare mia sorella e ti porteremo noi sulle montagne.» Quando le due oche tornarono, l’acqua arrivava già al collo della tartaruga. Si abbassarono, portando nel becco un ramo. La tartaruga vi si afferrò con la bocca e le oche la sollevarono con un gran sbattere d’ ali. Volarono così sopra le acque, in direzione delle montagne, dove la tribù delle tartarughe si era già radunata. Infatti, le altre tartarughe – meno sciocche – sì erano subito dirette sui monti non appena avevano visto l’acqua salire. Ma erano comunque

 

molto felici nel vedere i due uccelli portare in salvo la più lenta, la più sciocca tra loro. Lanciarono alte grida di evviva e cantarono in coro per festeggiare i due volatili. «Viva viva e poi urrà. Su cantiamo tutte in coro. Per le oche salvatrici…» Ma mentre era ancora in volo, la più lenta, la più sciocca delle tartarughe non poté fare a meno di unirsi al coro. Aprì la bocca e cantò: «… hip hip hip e poi urrà… aaah!!..»