BIPPO, il satellite e la nave stellare

BIPPO, il satellite e la nave stellare

I Raccontastorie – Le più belle storie di Natale 1984

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      03 Bippo il Satellite e la Nave Stellare
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Bippo il Satellite stava volando sopra un asteroide congelato quando udì due voci gridare: «Attento!» Un disco di metallo gli passò vicino fischiando e lui lo acchiappò con il suo braccio meccanico. «Lasciami!» protestò il disco. «Chi sei?» chiese Bippo. «Io sono Iko, il disco robotico che si usa nell’hockey su ghiaccio, e parlo tutte le lingue.»

Bippo volò sull’asteroide congelato e vide Yuri e Nikita, i gemelli Sputnik. «Salve gemelli, che state facendo con quei pezzi di vetro e metallo?» «Li abbiamo trovati: fluttuavano nello spazio,» spiegò Yuri. «E li stiamo usando per fare il nostro gioco favorito,» aggiunse Nikita colpendo Iko e facendolo volare sul ghiaccio.

Vennero interrotti da una chiamata-radio di Nonna Computer dalla stazione spaziale Base Luna. (Nonna a Bippo… Emergenza, chiamare…» La radio tacque. La Nonna è stata interrotta, vado a vedere che succede. A più tardi, gemelli.» Alla base le luci lampeggiavano e le sirene suonavano a distesa: una Nave Stellare girava in circolo intorno alla Base.

«Base Luna è stata attaccata. Devo affrettarmi.» Bippo prese velocità, ma si fermò quasi subito con uno scossone. «Mi hanno sparato,» si lamentò mentre la Nave si avvicinava e i motori non volevano saperne di accendersi. «Aiuto! Non posso fuggire!» Ma la Nave non sparò e si limitò a sorpassarlo, parlando una strana lingua.

La vecchia Zeke e la Navetta Spaziale arrivarono. «Zeke, mi hanno sparato!» «No, Bippo, non è vero. Sei finito nel campo di forza invisibile di Base Luna. Nonna non ha potuto avvisarti che era attivato perché la radio era fuori uso.» Zeke rimorchiò Bippo e volò a Base Luna. I droidi medici lo ripararono e poi andò a trovare la Nonna, che stava parlando con il Brigadiere dell’Incrociatore da Guerra. «Lasci che la faccia a pezzi, signora. Ha urtato un autobus spaziale e le nostre antenne radio e ha attaccato Bippo.

La polverizzo in un attimo con due siluri al fotone.» «No, Brigadiere,» rispose la Nonna. «Ancora non ha sparato un solo colpo. Dobbiamo scoprire cosa ci fa qui; oh, ciao Bippo.» «Ho intercettato la voce della Nave Stellare, ascoltate.» «Jodrells  gerfunk, jodrells  gctplunk, meeney miney minx  pyloric splinx.» «Questa lingua mi è sconosciuta! Se riuscissimo a sapere cosa dice!» Bippo si ricordò di Iko. «lo conosco uno che ci può aiutare.»

 

Bippo volò finò all’asteroide congelato. La partita di hockey era a metà e Bippo fece sentire il nastro a Iko. «Parla Spangalese. Dice: “Ma dove sono finiti? Devono pur essere da qualche parte”. Chissà a cosa si riferisce?» «Non sembra proprio che voglia distruggere Base Luna» disse Bippo. «Iko, vieni con noi per farci da interprete?» «Certo, Bippo.» Ma Nikita si arrabbiò. «Non abbiamo terminato la partita.» «Puoi prendere in affitto il nostro Iko

la prossima settimana,» mormorò Yuri. «Spiacente, gemelli, ma si tratta di un’emergenza.» Bippo prese Iko ed entrambi volarono nello spazio. «Presto, seguiamoli,» ordinò Yuri. La Nave Stellare stava volando verso Base Luna. Bippo l’affianco e Iko le parlò. «Dice che è stata colpita da un meteorite e ha perduto gli occhiali; le dispiace per il danno che ha provocato, ma è un po miope e non riesce a vedere dove sta andando.»

I gemelli arrivarono. Bippo prese i loro bastoni da hockey e li unì con due nastri metallici. Ecco le due metà degli occhiali della Nave Stellare! La Nave era così felice che Iko non riuscì a tradurre tutti i suoi ringraziamenti. La Nave Stellare volò a casa e Iko e i gemelli, piuttosto tristi, tornarono sull’asteroide congelato. Una settimana dopo Bippo ricevette

un pacco dalla Nave Stellare: erano due bastoni da hockey. «Salve, noi siamo Molly e Bill, i due bastoni da hockey robotici.» E mentre i gemelli stavano a guardare, schizzarono sul ghiaccio e cominciarono a giocare a hockey. «Le macchine stanno prendendo il sopravvento,» disse triste Nikita. Bippo rise: «Niente paura, anche tu puoi giocare con loro».